La storia dell’implantologia dentale ha origini antiche che rimandano agli Aztechi, Egizi, Cinesi ed Etruschi. Gli scavi archeologici realizzati nel passato, hanno portato alla luce crani e ossa mandibolari, dove i denti mancanti erano stati sostituiti con elementi ricalcanti la forma. I materiali usati erano ricavati da valve di conchiglie, da particolari pietre, ferro lavorato e martellato a fuoco.
Il passato ci ha permesso di giungere ai giorni nostri e grazie a ricerche mirate, oggi godiamo di grandi sviluppi che ci offrono benessere e garanzia. Fu proprio un italiano a dare inizio a quel filone di studi che, ha portato all’affermazione e al riconoscimento di tecniche e metodologie moderne.
Stiamo parlando del dottor Formiggini di Modena, che nella seconda metà degli anni ’40, ideò un impianto in metallo “a forma di spirale”, da inserire negli alveoli dei denti estratti. Gli impianti furono chiamati “endossei” quando inseriti in profondità, e “iuxtaossei” quando risultavano appoggiati sul tessuto osseo.
Ecco una lista di grandi ricercatori del passato protagonisti dell’evoluzione: Cherchev, Muratori, Tramonte, Pasqualini, Linkow, Scialon, il citato Formiggini e parecchi altri.
La scoperta che le radici artificiali immesse nel tessuto osseo e mantenute stabili si includono perfettamente nello stesso, portò all’ origine della parola “osteointegrazione”. Ad oggi la maggior parte degli impianti, se ben eseguiti, si “osteoincludono”, facendo riferimento ai principi basilari che hanno permesso l’avanzare della scienza.
L’avvento di materiali innovativi, la possibilità di indagare sui casi clinici e di offrire il massimo del supporto terapeutico al paziente ha permesso uno stile ed una qualità di vita migliore senza danni e problematiche. Un grazie speciale alla scienza ed a coloro i quali continuano a credere nel progresso.