La FAO (Food and Agriculture Organization) e l’OMS (World Health Organization) hanno stabilito che l’apporto di proteine giornaliero debba essere di 0,75 g X kg di peso corporeo; tale valore è però riferito ad una fonte proteica di elevata qualità, tenendo presente che l’apporto proteico proviene da più varietà di cibi, quindi con qualità disomogenee, è necessario innalzare il valore a 1 grammo per kg di peso corporeo al giorno.
Mediamente l’apporto calorico fornito dalle proteine si aggira intorno al 10-15% sul totale giornaliero.
Come già accennato, le proteine non vengono immagazzinate dall’organismo per poi utilizzarle quando necessario, quindi ogni volta che ci nutriamo la parte di proteine in eccesso viene demolita per trarne energia, durante questo processo però si producono delle scorie azotate che rappresentano i residui dei gruppi amminici delle molecole proteiche. Lo smaltimento di tali scorie è totalmente a carico dei reni, per questo motivo si cerca di evitare un sovraddosaggio proteico in quanto apporti proteici che superano il fabbisogno giornaliero andrebbero solo a sovraccaricare inutilmente i reni.
Al contempo però c’è da fare una considerazione importante: per la costruzione delle proteine sono necessari più tipi di aminoacidi, se anche solo uno di questi fosse mancante la cellula si bloccherebbe e non sarebbe più in grado di completare la catena aminoacidica che porta alla formazione della molecola proteica; in un caso del genere tutti gli aminoacidi restanti verrebbero demoliti per ricavarne energia, e questo solo per causa dell’aminoacido imitante. Da ciò ne consegue che è molto più importante assicurare con l’alimentazione un costante rifornimento di aminoacidi di qualità, piuttosto che esagerare con la quantità.
Un corretto piano nutrizionale deve quindi prevedere di fornire un apporto proteico minimo, garantire un’ elevata qualità delle proteine, ovvero molecole ad elevato valore biologico, evitare sovradosaggi e assicurare un apporto costante e ben ripartito durante la giornata.